Era il 1500 quando Jacopo Appiani, Signore di Piombino, diede vita al Borgo di Belvedere, per sfuggire alla malaria. Il Palazzone ( i Toscani usano -one per ogni cosa imponente), era il più grande e apparteneva ad un’ unica famiglia, la più ricca, batteva l’ora. I magazzini erano al piano terra, le cucine e la servitù al primo piano e le camere all’ultimo.

Negli ultimi secoli fu abitato da una famiglia benestante che cadde in disgrazia, nel dopoguerra da contadini. Vania mi raccontava di quando un fulmine lo colpì e attraversò la pentola sul fuoco. Poi, pian piano, cominciò la sua rovina. Una famiglia del luogo lo acquistò negli anni Ottanta. Ormai era un rudere, ma vi realizzarono 7 appartamenti e un salone, Il corpo scale, le struttura e i muri esterni sono tutti originali del ‘500. Io mi sono innamorata di Lui e l’avventura di Belvedere è cominciata qui.

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